Il MAM/DAM Arkki EVO cambia pelle coi Micro-Servizi

Un mondo di opportunità a valore aggiunto e Sony ODA, primo segmento in nuova architettura. 

Con uno sensibile sforzo di sviluppo teso a moltiplicare in modo esponenziale il ciclo vitale di Arkki Evo, Media Power ne annuncia la nuova architettura basata su micro-servizi.

Questa tecnologia di tipo “Event Driven” rappresenta un grande salto in avanti che costituisce un netto vantaggio competitivo rispetto ad altri player che sviluppano simili soluzioni nel segmento DAM/MAM.

Il fuoco di questa importante svolta descrive una virata concettuale epocale per Arkki Evo che d’ora innanzi accelera in funzione di un’architettura service-oriented (SOA).

Il passato

Nato nel 2013 per colmare le lacune del mercato partendo dal settore broadcast, studi media e di intrattenimento, oggi Arkki Evo è diffuso in tutti i mercati verticalizzati dove sia indispensabile basare le attività quotidiane sulla gestione di complessi asset digitali ad alta intensità ed elaborazione dati ad alte prestazioni: compreso museale, medicale, genomica, siti di ricerca, corporate, enterprise, educational, e cultura: praticamente ovunque.

Il software originale, tipico delle applicazioni dedicate mono-settoriali, era un unico servizio “monolitico”, dove tutte le funzionalità risiedono in un unico “core”, ben scritto, ben funzionante e a cui tutte le funzioni sono collegate.

Il limite di un simile sistema tradizionale è che in caso di blocco anche di una sola porzione, tutte le operazioni del software ne sono compromesse.

Il presente

La grande novità di Arkki Evo oggi è nella nuova filosofia concettuale che ricorre a una tecnica radicalmente diversa, nota come “distribuzione dei servizi”, che riprende il concetto di un soft core centrale, ma in cui ogni funzione è delegata a un micro-servizio terzo. 

Acquisendo alcuni input fornirà in reazione degli output, ma ogni micro-servizio opera in modo del tutto autonomo.

Applicando le stesse tecnologie concettuali di applicazioni web-scale usate da giganti, ad esempio Facebook e Twitter, Arkki Evo continua ad essere una grande applicazione ma è oggi suddivisa in diversi piccoli servizi indipendenti.

Ogni servizio ha il proprio stack tecnologico (incluso il database e il modello di gestione dei dati), che comunicano tra loro sul core bus tramite una combinazione di API, risultando in un micro-servizio organizzato per capacità di business.

I servizi di separazione delle linee sono indicati come un contesto delimitato, quasi un insieme di “tessere” e, nel caso una delle tessera generi problemi, la complicazione coinvolge solo un segmento e non tutto l’insieme che continua comunque a funzionare.

L’interoperabilità originaria della piattaforma Arkki non era nata per spingersi verso integrazioni diverse da quelle iniziali nelle aree AV-Broadcast, né per potersi interfacciare più di tanto con diversi software, applicazioni e hardware di terze parti.

L’evoluzione verticale del mercato ha richiesto, come conseguenza, un miglioramento radicale del modello di gestione dei servizi di Arkki Evo che oggi cambia pelle e abbraccia il modello di metodologia “Event Driven”.

Il futuro

Il domani di Arkki, ricco di nuovi vantaggi, è SAAS, Software As A Service, ossia lavorerà a servizi, del tutto in cloud e quindi ogni cliente potrà comprare ogni singolo segmento del MAM/DAM in una infrastruttura in cloud.

Micro-servizi saranno il database, l’interfaccia utente, il transcoder, il raw cut, e via dicendo, con una totale distribuzione in cloud.

Altri vantaggi di una simile scelta sono nella flessibilità di poter adottare tecnologie future, una maggiore scalabilità, la semplicità nel migliorare e mantenere ogni applicazione, e sicuramente si potranno notare miglioramenti nella produttività e nella velocità di tutte le funzioni.

Prima declinazione: le librerie ottiche high-end Sony ODA

Nella sua nuova missione di diventare ancora più “interoperabile” col mercato, Arkki Evo ha sviluppato una prima integrazione col notissimo e prestigioso sistema di archiviazione Sony ODA. Questo permetterà a chiunque usi questi sistemi una nuova e perfetta integrazione con tutta la potenza del MAM di MediaPower.

Sony nella sua lunga storia di grandi tecnologie dedicate alla gestione degli archivi digitali ha sviluppato da anni il sistema Optical Disc Archive, in cui i DVD, supporti a disco ottico su cui immagazzinare dati, sono racchiusi e protetti in un apposito shell.

Le caratteristiche di questo sistema, inattaccabile da virus e malware, sono tali da garantire il mantenimento delle informazioni più importanti al sicuro, renderle facilmente accessibili, e conservarle a lungo termine, con una vita utile stimata in centinaia d’anni.

###

©10/2021 Presspool PressOffice Roberto Landini – MediaPower