
Una scena che si presenta di frequente è un video ben realizzato o una grafica perfetta, sviluppati con cura per una campagna, che dopo poche settimane scompaiono in un archivio digitale inaccessibile.
Materiale che resta inutilizzato, difficilmente rintracciabile, di fatto non più operativo.
L’investimento richiesto per la creazione di contenuti è significativo, ma le difficoltà operative nel reperirli, riutilizzarli e adattarli li trasformano spesso in risorse utilizzate una sola volta.
Non è necessario che i contenuti perdano valore prematuramente.
Con una soluzione di media asset management adeguata, è possibile trasformare una spesa effimera in un patrimonio duraturo, capace di continuare a generare valore.
Abbiamo descritto in dettaglio come raggiungere questo risultato.
Ogni ripresa pianificata con cura, ogni fotogramma elaborato con attenzione, ogni grafica disegnata pixel per pixel rappresenta un investimento significativo di tempo, talento e risorse.
Ma cosa succede a questo investimento una volta conclusa la campagna o il progetto?
Troppo spesso i contenuti multimediali di alta qualità vengono trattati come beni usa e getta: utilizzati una sola volta e raramente riutilizzati.
Questo approccio “one shot” riduce attivamente il potenziale ritorno dell’investimento e il valore nel tempo (LTV) dei contenuti. Il vero valore di un asset deve comprendere sia l’impatto immediato, sia la sua utilità su più campagne, canali diversi e archi temporali estesi.
Ed è qui che le soluzioni di media asset management (MAM) diventano un elemento essenziale delle moderne operazioni media.
I colli di bottiglia operativi che compromettono il valore creativo
Esistono diversi fattori ricorrenti che, nel tempo, fanno “scadere” troppo presto i contenuti.
Tra questi:
Archiviazione frammentata che crea archivi digitali caotici
Si pensi a un team marketing che ha bisogno urgente di un B-roll di uno spot girato due anni prima per una campagna social.
Il materiale esiste, ma dov’è? Disperso tra server dipartimentali, desktop individuali o magari su un hard disk esterno dimenticato da un collaboratore. In questi casi la ricerca si trasforma in un processo lungo e frustrante che spesso si conclude senza successo, obbligando a nuove riprese o a soluzioni di ripiego.
Quando gli asset sono sparsi e non centralizzati, diventano di fatto irrecuperabili, indipendentemente dal loro valore.
Deficit di metadata che generano caos nelle versioni
Senza metadati coerenti e ricchi, i contenuti non sono altro che file con nomi ambigui e senza contesto. Diventa difficile comprendere aspetti fondamentali come diritti d’uso, rilevanza contestuale o semplicemente quale sia la versione più aggiornata.
L’assenza di identificazione chiara porta a duplicazioni di lavoro, uso accidentale di materiali obsoleti o incoerenti con il brand e, in generale, a una confusione che rallenta ogni progetto.
Workflow disconnessi che ostacolano il riuso
Il riutilizzo dei contenuti è un obiettivo ambito ma spesso difficile da raggiungere.
Passaggi manuali tramite interminabili email, revisioni al di fuori di una piattaforma centralizzata e assenza di strumenti integrati rendono complesso adattare un video lungo in più clip brevi per i social. Ogni volta sembra di ripartire da zero, rallentando l’agilità e facendo perdere occasioni preziose di valorizzare i contenuti già performanti.
Come il media asset management prolunga la vita dei contenuti
La buona notizia è che queste difficoltà non sono intrinseche alla produzione media.
Sono sintomi di un’infrastruttura inadeguata.
Le soluzioni MAM nascono per risolvere questi problemi, trasformando i contenuti in risorse vive, ricercabili e molto più preziose.
Se implementate correttamente, permettono di ottenere:

Un sistema MAM fornisce un’unica fonte affidabile per tutta la libreria media. Che un contenuto sia stato creato una settimana o cinque anni fa, è disponibile in un luogo unico e accessibile.
Funzionalità di ricerca avanzata — spesso potenziata da algoritmi di AI per tagging automatico e metadati personalizzabili — consentono di trovare rapidamente ciò che serve, evitando ricerche interminabili o inutili duplicazioni.
Metadati automatici e tagging intelligente
Oltre alla gestione manuale, le piattaforme MAM più avanzate sfruttano l’intelligenza artificiale per analizzare i contenuti individuando oggetti, scene, parole pronunciate o elementi di branding specifici. Questo arricchimento automatico rende gli asset molto più contestualizzati, ricercabili e utilizzabili.
Versioning affidabile e collaborazione semplificata
Il problema del file “final_final” diventa un ricordo.
Un MAM assicura una cronologia chiara di ogni iterazione, garantendo che sia sempre disponibile solo la versione approvata.
I flussi di revisione e approvazione integrati velocizzano i feedback, eliminano le lunghe catene di email e accorciano i tempi dal concept alla consegna.
Questo non solo evita duplicazioni costose, ma assicura coerenza al brand in ogni contesto, da un annuncio su LinkedIn a uno spot televisivo nazionale.
Ad IBC 2025
IBC 2025 è l’occasione per conoscere le novità di Iconik e Wildmoka, con aggiornamenti progettati per le esigenze delle redazioni e dei team di produzione più dinamici:
Iconik introduce la collaborazione in tempo reale che riduce i cicli di revisione da giorni a poche ore, su qualsiasi dispositivo.
Automazione basata su intelligenza artificiale e riconoscimento facciale organizzano automaticamente il materiale.
Wildmoka trasforma i video orizzontali per le piattaforme vertical-first, ideali per mobile e contenuti brevi.
Integrazione nativa tra Iconik e Wildmoka per un flusso continuo di clipping, editing e pubblicazione.
I task di automazione di Iconik possono ora attivare i workflow di pubblicazione di Wildmoka, rendendo più semplice il riutilizzo scalabile dei contenuti.
E molto altro ancora.
Sinossi
Speciale IBC 2025, Backlight Ikonic ha presentato le sue soluzioni di media asset management, distribuite in Italia da MediaPower, che estendono il ciclo di vita dei contenuti e ne preservano il valore.
Le piattaforme MAM consentono di superare frammentazione, deficit di metadata e workflow disconnessi, trasformando gli asset in risorse vive e ricercabili.
Funzionalità come archivi centralizzati, tagging automatico con AI, versioning avanzato e collaborazione semplificata migliorano efficienza e coerenza del brand.
Ad IBC 2025 Backlight ha mostrato anche le novità di Iconik e Wildmoka: collaborazione in tempo reale, automazione AI, riconoscimento facciale, ottimizzazione per piattaforme vertical-first e integrazione nativa per clipping, editing e publishing.
Soluzioni MAM che estendono la vita dei contenuti. Backlight Ikonic e Wildmoka presentano ad IBC 2025 innovazioni per media operations più efficienti.
Backlight Ikonic e Wildmoka hanno presentato ad IBC 2025 innovazioni per il media asset management: archivi centralizzati, tagging AI, collaborazione avanzata e integrazione fluida per il riuso dei contenuti.
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INFO: https://www.media-power.it


