Il cloud si consolida e la remote production muta, da necessità a virtù

MediaPower pone l’accento su economicità, flessibilità e nuove monetizzazioni.

Le nuove procedure nel realizzate programmi televisivi spesso fanno affidamento sulla produzione remota.
Questo passaggio ha permesso al mercato dell’emittenza di abbracciare servizi basati su cloud in modo molto più ampio e secondo procedure diverse dal passato.

Si tratta di uno dei tratti più evidenti di una grande trasformazione digitale che ha ridefinito i confini della produzione, una volta eseguita solo nelle località degli eventi con mezzi mobili costosi o con flight case e sempre con parecchio personale operativo.

Questo, a grandi linee, si traduce in notevole agilità, flussi di lavoro personalizzabili, efficacia in termini di costi e capacità di scalare le dimensioni del team di produzione secondo le esigenze di qualità e, quindi, assegnare risorse proporzionate ad ogni evento.

Non si tratta di eventi sporadici emersi a tratti nel comparto broadcast ma di una vera rivoluzione che ha pervaso tutto il mercato fortemente messo alla prova dalla pandemia.

La reazione di tutti è stata questa potente trasformazione digitale che ha visto accelerare tempi e modi di produzione in modo esponenziale.

In pratica, oggi l’attenzione è concentrata sull’espansione delle capacità di produzione remota basate su IP, che si accompagna a un approccio basato sul cloud in tutti i segmenti, dalla generazione alla post-produzione e alla distribuzione e consegna dei contenuti sia in modo lineare, sia in modo on demand, multi piattaforma e multi schermo.

La trasmissione su IP, oggi con latenza ultra bassa e definizione estremamente alta, permette di gestire tutti i feed dei contenuti dal vivo ripresi dalle telecamere, quindi anche interviste in diretta e storie giornalistiche e sportive di protagonisti, esattamente dal campo dove è appena successo un evento importante.

Possiamo quindi parlare di una distribuzione punto a punto ormai molto affidabile che è sfruttabile dalle venue delle competizioni con riprese assistite da operatore, oppure anche con camere PTZ controllare da remoto.

 

Marcello Dellepiane, CEO di MediaPower: 

“Noi di MediaPower oggi proponiamo suite di servizi cloud adeguate specificamente per flussi di lavoro di trasmissione ad alto contenuto di dati.
Sono specificamente ottimizzate per l’intrattenimento, le news, lo sport, ma anche impieghi aziendali corporate e permettono di operare secondo modalità e operazioni distribuite.

Questo si traduce nella possibilità di generare un prodotto video più semplice e più veloce ma di alta qualità”.

Prima della crisi sociale dovuta alla potente aggressione virale della pandemia Covid-19, praticamente tutte le organizzazioni stavano pensando di esaminare e testare le procedure legate alla remote production che era allora considerata come qualcosa di utile ma non ancora indispensabile e conseguentemente, come tutte le novità, vista ancora con un poi’ di sospetto. Alcune organizzazioni erano anche in fase di prima sperimentazione di servizi e sistemi basati sul cloud, con diversi gradi di fiducia.

La pandemia ha forzato i tempi e la mano di tutti e ha richiesto una potente accelerata nel rendere simili procedure e soluzioni prima concrete e poi subito operative, così da adottarle prima possibile su scala più ampia come unica via percorribile.

Praticamente tutte le organizzazioni legate alla produzione mediatica hanno dovuto lanciare prima del tempo flussi di lavoro collaborativi e remoti misti, da studio e da casa.

Questa reazione alla crisi non ha fatto altro che fare esplodere la richiesta di servizi IP su cloud in grado di facilitare nuovi esperimenti di produzione remota, poi passati alla prassi quotidiana.

Si tratta di flussi di lavoro molto cambiati che, dopo essersi timidamente affacciati, sono diventati, in meno di due anni, uno standard per molti anche a pandemia rallentata e, quindi, un vero modus operandi che è qui e rimarrà.

Marcello Dellepiane riprende:

“MediaPower in questa rivoluzione è partita molto avvantaggiata, dato il forte orientamento IT, e da molto tempo può proporre soluzioni di produzione IP su misura miste, front-end e back-end basate su cloud.

Potendo contare su soluzioni proprietarie sviluppate da team interni e su un certo numero di partner internazionali “rodati” l’offerta riesce a contemplare tutti i tratti della produzione video, dalla cattura on location e da remoto, il processing dei feed, l’editing collaborativo multi suite, il management intelligente centralizzato grazie a un MAM basato su intelligenza artificiale, la distribuzione multi piattaforma lineare e OTT e la monetizzazione su nuovi percorsi di business. Questo equivale a una più veloce e semplice configurazione nell’adeguamento di tutti i processi nel cloud”.

Per le media company e le emittenti, questo si traduce nel poter contare su un partner eccellente capace di suggerire alla perfezione come dimensionare in modo chirurgico qualsiasi processo di produzione.

Siamo di fronte a un punto di svolta drammatico nella struttura dei costi di produzione poiché permette di dimensionare il workflow produttivo in modo davvero adeguato, mai sovradimensionato.

Le competenze dedicate alla remote production e i flussi IP permettono di configurare flussi di produzione su misura e quindi contenere gli investimenti iniziali, utilizzando apparati in cloud solo per i segmenti di tempo necessari.
Inoltre, così è possibile ridurre notevolmente il tempo di installazione e quindi trovarsi delle attrezzature già pronte per la copertura di eventi, ancor prima di mettere piede nella location di destinazione.

 

Oggi è del tutto plausibile gestire tutta o parte della produzione di eventi di portata internazionale -e alcuni grandi eventi lo hanno già dimostrato – da nazioni diverse: la regia in casa e il numero esatto di operatori e apparati in loco, anche dall’altra parte del mondo.

L’impegno in situ di troupe di produzione numerose non è più un’esigenza e il passaggio a flussi di lavoro di produzione remota è aumentato drasticamente.

Questo non significa licenziare del personale diventato inutile, ma poterlo riassegnare su altre produzioni e quindi poter realizzare più contenuti monetizzabili, quindi ampliare le possibilità di fare business.

Alcuni hanno stimato, con dati alla mano, un possibile risparmio fino al 60% di personale e strutture di trasmissione, sia nei profili in qualità di Host Broadcasting sia nelle personalizzazioni unilaterali.

L’interesse delle emittenti verso questo schema di servizi appare evidente, dato che la possibilità di ricevere in casa un numero elevato di feed HD e UHD, senza ritardo e in tempo reale, che entrano nella produzione centralizzata, è oggi possibile grazie a workflow basati sul cloud.

Sempre all’elasticità e la praticità del cloud è oggi possibile delegare gran parte delle una volta localizzate e monolitiche infrastrutture video tradizionali, compresi servizi di distribuzione e trasmissione con volumi di consegna almeno pari a quei modelli considerati standard.

Marcello Dellepiane riassume:

“L’efficienza e la scalabilità dei sistemi sono due temi forti dell’IP e del cloud che diventano sempre più attraenti perché riducono l’esigenza di impiegare complessi hardware in loco e tutti i conseguenti costi.

Piattaforme di produzione remota e distribuzione sul cloud si accompagnano a nuovi modelli di contenimento dei costi che moltiplicano le occasioni di produrre nuovi contenuti anche per eventi minori una volta considerati non produttivi.

Tutto ciò rende plausibili nuovi modelli di monetizzazione dei contenuti prodotti in tutta sicurezza, con un respiro più ampio di rinnovata libertà tecnologica e operativa”.

###

© MediaPowerrobertolandini Presspool.it