MediaPower doppia intervista al NAB 23, alcune delle novità broadcast con Fabio Veggiato e Eugenio Pettazzi: streaming, 5G e workflow innovativi con ARKKI

Il 2023 ha visto il centenario della celeberrima fiera NAB Show con la presenza di 65mila partecipanti dei quali 17,500 non USA, 166 nazioni e 1200 aziende che esponevano.

Se tralasciamo l’ipotesi condivisa da molti che questo importante evento sia interessante soprattutto per il mercato americano, piuttosto che quello europeo e italiano, si è trattato comunque di un hub di informazioni preziose su tutto l’assetto di questa industria, settori broadcast e media.

In fiera abbiamo incontrato Fabio Veggiato Sales & Marketing Manager di MediaPower e anche Eugenio Pettazzi, Sales Manager di MediaPower per cogliere molte di quelle che sono le tendenze e le innovazioni più interessanti che attraversano tutto il comparto broadcast e audio video.

Ci hanno parlato di streaming, di connettività 5G, di produzione in cloud, di remote production, di AI, di workflow con una suite proprietaria unica, e di display multipurpose.

In questa prima parte parliamo di Streaming, di 5G e della suite proprietaria ARKKI.

Presspool: “Una delle prime evidenti tendenze del settore viste al NAB è l’interesse di tutti, sempre maggiore, verso lo streaming. E’ la vera grande rivoluzione?”

Fabio Veggiato: “Sì Nel 2022, i ricavi per il mercato dello streaming negli Stati Uniti sono stati di circa 4 miliardi di dollari e si prevede che triplicheranno nei prossimi cinque anni.

Con 377 provider Over-The-Top (OTT) negli Stati Uniti e l’88% delle case Internet statunitensi che dispongono di almeno un servizio di abbonamento OTT, mentre la Pay TV tradizionale è “ancora viva”, principalmente grazie ai contenuti sportivi in diretta.

Ma anche questi contenuti si stanno sempre più spostando verso lo streaming.

Lo streaming dà accesso all’unica vera rete globale: public internet.

L’on-demand è streaming per definizione, basta pensare a Mediaset Play, Netflix, Amazon Prime, Dazn e cento altri.

Anche la televisione lineare sta via via passando dalle piattaforme tradizionali quali il DTT ed il SAT a una diffusione anche su Internet.

Infatti, nel 2022 lo streaming ha superato per la prima volta il numero di spettatori televisivi.

Il fenomeno dei FAST CHANNEL (Free Ad-supported Streaming TV) è un esempio lampante.

E’ con lo streaming che posso lanciare un nuovo canale a costi estremamente bassi, dall’oggi al domani, ed essere visibile in tutto il pianeta.

Lo streaming su rete pubblica diventa anche il sistema utile nella contribuzione, e dove non lo ha già fatto, andrà a soppiantare il satellite e metterà in discussione anche le fibre dedicate, perché troppo costose.

Presspool: Quali aziende, prodotti e marchi, e quindi soluzioni innovative, suggerisce MediaPower per far fronte a questa rivoluzione?

Fabio Veggiato: “Uno degli ultimi marchi accolti nel prestigioso bouquet di marchi e aziende famose con prodotti ideali per il mercato italiano è Caton Technology.

I prodotti Caton Prime e Caton Transport Protocol (CTP) sono ideali perché permettono di avere la massima qualità e affidabilità per distribuire video live, a bassissima latenza, in modo sicuro su qualsiasi rete privata o su internet pubblica.

Come dicevamo sopra, stanno partendo parecchi progetti che vedono l’IP su rete pubblica sostituire la contribuzione via satellite, anche per contenuti di pregio, come le Premier League di calcio.

Un altro marchio che vanta prodotti fondamentali nella nostra offerta e che si inserisce anche nel discorso dello streaming è TVU Networks.

Un esempio evidente di contribuzione solo attraverso la rete pubblica è CNN che già da tempo distribuisce i propri feed di agenzia, grazie alla tecnologia di trasmissione IS+ di TVU Networks.

Quindi CNN non usa più il satellite, troppo costoso e anche meno affidabile.

TVU Networks IS+ su IP permette di avere più bassa latenza e alta resilienza, rispetto all’SRT, anche in UHD.

Presspool: “Si è sentito parlare molto anche di 5G e della connettività aumentata su reti di connessione necessariamente più potenti ed efficaci”.

Eugenio Pettazzi: “E’ una tendenza direttamente legata allo streaming, infatti il lancio delle reti 5G sta rivoluzionando i settori AV, IT e broadcast grazie a velocità più elevate, minore latenza e maggiore capacità.

L’affidabilità di una trasmissione televisiva in 5G o in streaming può diventare un’alternativa più economica ed efficiente rispetto al mantenimento dell’infrastruttura di trasmissione esistente, come antenne televisive o radiofoniche o l’uso del satellite.

Anche la personalizzazione dei contenuti diventa semplice.

Basta pensare alla possibilità di mandare pubblicità diversa a gruppi di utenti diversi.

Il tipico paradigma di rete “one size fits all” impiegato nelle reti mobili del passato (2G, 3G e 4G) non è più adatto ad affrontare in modo efficiente un modello di mercato composto da applicazioni e servizi molto diversi fra loro.

Presspool: “Al NAB alcuni degli approfondimenti più interessanti delle rubriche e conferenze “NAB Amplify” erano proprio dedicate a come i broadcaster stanno dando priorità all’efficienza nell’operatività delle reti grazie al “Network Slicing” del 5G”.


Eugenio Pettazzi: “Il Network Slicing emerge come una tecnica essenziale nelle reti 5G per soddisfare requisiti di qualità del servizio (QoS), così diversi e possibilmente contrastanti sfruttando una singola infrastruttura di rete fisica.

L’idea di base di questa tecnologia è quella di “suddividere” l’architettura di rete originale in più reti logiche e indipendenti configurate per soddisfare efficacemente i vari requisiti dei servizi.

Considerando il numero limitato di utenti 5G oggi, il rischio che per una trasmissione televisiva in 5G non ci sia capacità sufficiente è molto basso.

Tuttavia, la necessità di Network Slicing crescerà presto con l’aumentare degli utenti 5G.

I broadcaster in futuro avranno bisogno di un modo per fornire un livello garantito di throughput e questa tecnologia fa proprio questo, ossia separa efficacemente parte di una rete 5G per una particolare applicazione.

Il broadcaster potrà, quindi, richiedere sezioni di rete dedicate in modo simile a come oggi si prenota la capacità satellitare e in più il 5G diverrà prezioso in svariate applicazioni, dalle esperienze in VR, a soluzioni per dispositivi intelligenti o, come dicevamo, nello streaming di eventi dal vivo.

MediaPower, proprio per questa esigenza, distribuisce in Italia il marchio statunitense TVU Networks che in catalogo ha TVU One.

TVU ONE è uno straordinario apparato portatile, uno “zainetto” che permette di trasferire live video in qualità UHD con latenza inferiore al secondo, a 100 Mbps, con codifica H265, su un’infrastruttura con connessione cellulare 5G.

Presspool: “Quindi, grandi novità sia in acquisizione/contribuzione, sia all’estremo opposto della catena dei media, la distribuzione e la monetizzazione. E, a proposito del workflow produttivo intermedio, abbiamo colto dei “rumor” di una suite di produzione proprietaria di MediaPower, considerata unica per snellezza, modernità e costi molto smart. Possiamo anticipare qualcosa?”

Fabio Veggiato: “Certo; è un nostro cavallo di battaglia fondamentale: la suite proprietaria di MediaPower – denominata “ARKKI” – è il cuore di qualsiasi processo produttivo moderno in digitale. 

È il gestore ideale di tutti i segmenti produttivi: mediante moduli, acquistabili anche in momenti diversi, nasce per centralizzare tutte le fasi di produzione e distribuzione e – come tale – si occupa di acquisizione, contribuzione, transcodifica, memorizzazione, indicizzazione, archivio intelligente, trasmissione, distribuzione multipiattaforma, streaming, monetizzazione, etc, quindi tutto!

Questa suite concepita da zero, grazie all’esperienza ultra trentennale di MediaPower e la sua elevatissima specializzazione in ambito broadcast, si concentra solo sulle funzioni importanti e diviene molto facile nell’uso quotidiano, senza inutili complicazioni. 

Rende il workflow fluido e produttivo, sia “on prem”, sia in cloud o in configurazione mista, così da rispondere a precise esigenze di concretezza “smart” del mercato.

Tutto questo a una frazione del costo di suite apparentemente simili, magari di nome più noto, ma che spesso hanno capacità inferiori, che, comunque, richiedono competenze più specialistiche, lunghi “baby-sitting” e sono decisamente molto, molto più costose.

Si tratta di un argomento che certo merita un approfondimento, anche perché ARKKI vanta tanti plus di tendenza, come lo speech-to-text, un core base sviluppato su AI e ML, e molto altro”.

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